Stamattina ero in area di sgambamento con un cucciolo che viene all’asilo. Ad un certo punto entra un signore e lui gli corre incontro per salutarlo tutto felice e prova a mettergli le zampe addosso.
Il signore esclama: “Tu vuoi comandarmi? Io comando te, mica il contrario!”
Dopodiché in silenzio ho preso il cucciolo e sono andata via, perché conoscendomi avevo altri 3 secondi di autocontrollo e poi avrei potuto avere una crisi isterica :D
Però nelle successive ore ho continuato a pensare all’accaduto, e mi sono chiesta:
Come è possibile che nel 2019 c’è ancora questa opinione diffusa secondo cui i cani sono delle belve subdole che cercano di governare il mondo? Perché molta gente è ancora convinta che bisogna “far vedere al cane chi è il capo”? ( ma poi, il capo di cosa, dell’esercito della pupù e della pipì?)
Dico io: il cane, poveraccio, vive in una società umana, fatta di leggi umane, usi e costumi umani, linguaggio umano, regole umane. Secondo voi, anche volendo, come potrebbe mai comandare?
Basti pensare al fatto che il cane viene portato al guinzaglio da noi, decidiamo noi quando può fare i suoi bisogni, quando deve uscire e quando no, cosa farà durante il giorno. Secondo voi lui non sa che mangia, beve e ha un riparo dalla pioggia perché glielo diamo noi?
Perché mai dovrebbe pensare: “ora escogito un piano e appena l’umano si distrae un attimo prendo il comando e gli faccio vedere io”?
Poi, a questo punto, la domanda che mi sorge spontanea è: ma queste persone, se pensano che i cani siano dei subdoli calcolatori che vogliono comandare la loro vita, perché continuano a prenderne? E la risposta, ahimè, credo di conoscerla: perché così possono riversare le loro frustrazioni e sensi di inferiorità su un animale che non può rispondere, e sentirsi poi forti quando “sono riusciti a sottomettere la belva”.
(In realtà hanno solo terrorizzato quello che poteva diventare il loro migliore amico per i prossimi 15anni, rovinando il rapporto e improntandolo sulla paura e non sulla fiducia).
La verità è che i cani sono dei meravigliosi esseri che non ci meriteremmo neanche.
E allora i cani che ringhiano quando gli passa il proprietario accanto mentre mangiano l’osso?
Sono cani che non hanno mai imparato che l’umano di riferimento è una persona di cui potersi fidare, che non ha intenzione di rubargli nulla.
E i cani che attaccano quando li si sgrida?
Molto spesso si stanno difendendo dal proprietario, che vedono come una minaccia.
E quelli che ringhiano o mordono quando provi a salire sul divano di casa?
Sono cani che non hanno mai avuto regole chiare su quello che si può e che non si può fare in casa e quindi, se fino al giorno prima potevano dormire sul divano accoccolati nel loro maglioncino di cashmere con i pon-pon, perché oggi dovrebbero scendere dal divano solo perché è arrivato/a il/la fidanzato/a?
Ricordiamoci che spesso l’unico modo che i cani hanno per per difendersi o anche solo per “protestare” è quello di ringhiare e/o mordere visto che non possono parlare né hanno i pollici opponibili (né il dito medio, se è per questo :D).
Ci sarebbero altre centinaia di esempi, ma non vorrei dilungarmi troppo.
Per quanto generalmente non mi piacciano i paragoni tra cani e bambini, perché non vanno assolutamente trattati come fossero dei piccoli umani senza pelo, nè messi nel marsupio per esser portati a spasso, hanno, dal punto di vista cognitivo, delle similitudini.
Quello a cui mi riferisco nello specifico è il bisogno di regole chiare e coerenti.
Sì, ne hanno proprio bisogno, perché sono fatti così, perché un cane in realtà vorrebbe vivere sereno e tranquillo sapendo cosa ci aspettiamo che faccia e che non faccia, a che ora si mangia, a che ora si esce e cosa si fa. Se si spiega al cane con gentilezza e pazienza come siamo soliti vivere nella nostra famiglia, cosa si può fare e cosa invece ci dà fastidio, e rimaniamo coerenti sempre, il cane non avrà alcun problema a comportarsi in maniera consona a noi. Infatti la coerenza è una cosa su cui di solito insisto con i miei clienti: non si può dire sì a una cosa un giorno e il giorno dopo invece la stessa cosa ci fa arrabbiare. I cani non sono sempre in grado di capire il concetto di “eccezione” per cui se decidiamo che una cosa si può fare, quella cosa si può fare sempre.
Non riesco davvero a capire come mai per una persona possa essere più immediato pensare che un cane che gli salta addosso sia un cane che vuole diventare il suo capo, piuttosto che semplicemente un cucciolo allegro ed esuberante che non ha ancora imparato che nella società umana non ci salutiamo saltandoci adosso. Che un cane che vuole stare sul divano non vuole starci perché è sopraelevato e quindi si sente il boss della casa, ma è comodo, è grande ed è dove si siede solitamente il suo umano per cui odora anche di famiglia e lo fa sentire sicuro.
Per concludere: la prossima volta che vi verrà il dubbio che il cane voglia comandarvi, immaginatevelo a gestire la vostra famiglia, a portare i soldi a casa, a fare la spesa, a portare i bambini a scuola, a cucinare il pranzo, a portarvi dal dottore, e avrete la risposta da soli al vostro dubbio. :D
Dopodichè fate un passo indietro, pensate a cosa potreste migliorare nella gestione del cane, nel vostro rapporto, chiedetevi se gli avete effettivamente spiegato cosa vorreste da lui, chiedetevi soprattutto se siete certi al 100% di capire il suo linguaggio, e ripartite da lì.
Perché tutti i comportamenti del cane che noi percepiamo come problematici, sono quasi sempre dovuti a una scorretta educazione e gestione. Non vuole diventare il “capobranco”, anche perché noi non siamo lupi e non viviamo nella foresta. Il cane vorrebbe solo una guida coerente che lo faccia sentire al sicuro, e su cui potersi affidare al 100% senza paura né ansia.
Mettiamoci in gioco, impariamo il suo linguaggio e i suoi bisogni e gettiamo le basi per una relazione di fiducia sana e duratura.
Valentina Lauro
Educatrice Apnec / Asc
Addestratrice Enci
Titolare di True Dogs® Centro Cinofilo e asilo diurno
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